domenica 8 aprile 2012

Solita mente

Quando hai gli occhi del mare calmo e il tuo naso mi ricorda un dolce discesa mi trovo smarrita di fronte a te.
Ti guardo, ti vorrei, ma poi arriva la notte e non ci sono stelle nel cielo e mi ritrovo sola e perduta.
Non ci sarà mai la tua mano e non udirò il tuo respiro.
Il cuore cede alla calma mentre abbraccio le mie tempie immersa, senza tempo, nel cuscino.

martedì 14 febbraio 2012

Tornata a casa.

Silenzio caldo.
Ascolto l'orologio del cuore.
Godo di questa anonima armoniosa assenza.

mercoledì 18 gennaio 2012

La storia di Annamaria


La mamma cucina, odore di buone cose escono dalle finestre e sento cantare la vicina mentre gioco con la bambola seduta sotto il tavolo. Ricordi dipinti a tempera. Mia madre era una donna forte, ben piantanta sulle gambe con un sorriso timido, quasi ritroso. Era meno bella delle sue sorelle: più ruvida. I tratti del viso erano di una statua non levigata, ma oltremodo dolce ed infinitamente materna.
Dell’odore della morte non ho ricordo, solo un gran fare per nascondere il dolore di fronte a noi: io e mio fratello galleggiavamo ignari nella tempesta sopravvenuta disgrazia.
Odore di cucina e sapone, ora davanti ai fuochi c'è la zia e mamma è in ospedale. Mi dicevano che era malata, accarezzandomi, trattenendo le lacrime dietro a vetri di ghiaccio, mi assicuravano che sarebbe tornata.
La morte non ha odore ma si è portata via l'essenza di nostra madre e della sua fatica.
I giorni iniziarono a scorrere con colori pastello per me che avevo solo 4 anni.
Non ricordo che una frase detta da un’amichetta giocando per strada. Un tuffo al cuore, ancora piccolo, un tuffo nel gelo di ciò che non comprendevo veramente, ma che mi lanciava in un infinito baratro ignoto. Corsi a casa  abbandonato i giochi e tra gli spasmi delle lacrime mi aggrappai alla gonna fra le gambe della zia. Forse per invidia dei mie bei modi di bambina mi avevano detto che la mia mamma non era malata, la mai mamma era morta.

sabato 14 gennaio 2012

Le tue lacrime

Cadono pietre sul mio viale, sono massi che occludono lo sguardo verso il mio cammino.
Ogni lacrima una pietra: stasera non vedo orizzonti.

venerdì 6 gennaio 2012

Adesso vado.

Tra le lenzuola sono sola, nemmeno il tuo calore mi scalda più.
Ascolto il passare del tempo e mi sento meglio: colta dall'incredibile, ho voglia di vivere.
No, oggi non mi và di morire, non mi và di agonizzare aspettando che si spenga la luce.
Credevo che fosse per sempre il mio amore per te, dama dalle tenebre quiete.
No, oggi non mi mi crogiolo nel tuo abito nero.
Raccolgo cose e le metto in valigia. Partirò, mi vado a trovare.

giovedì 5 gennaio 2012

Io ho amato solo te.

Ecco qual'è il vero problema: tu hai amato solo me.
Questo diventa un vincolo, un limite, un paletto al quale legare il mio animo bastardo.
Amai uomini solo per un sorriso e bambini per non vederli piangere più.
Amai malandrini alla ricerca di vergini da collezionare e cuori malati per farli almeno una volta volare.
Amai l'amica affaticata dal tempo e i fratelli invecchiati dagli anni.
Amai mia madre mentre la vedevo ridere e poi morire e mio padre mentre desiderava solo il bicchiere.
Amai uomini dai grandi sentimenti e piccoli esseri appesi ad una sigaretta.
Ora la corda è lacera ed il vento è tornato. Sento giorni vuoti ma liberi dalla menzogna che nasce dall'assenza della tua, non concessa, carne.
Torno nella scatola da scarpe, dove dormono i miei sogni di donna di mare.